Il Museo del Risparmio ha elaborato e promosso una ricerca presso il target popolazione di 18-74enni al fine di verificare l’esistenza e gli effetti di possibili distorsioni nella misurazione del livello di educazione finanziaria degli italiani.
In particolare, si è inteso valutare se le domande formulate in modo diverso dallo standard, così da risultare più coinvolgenti dal punto di vista personale per gli intervistati, originino risultati diversi da quelli oramai tristemente noti che vedono gli Italiani in fondo alla classifica degli alfabetizzati finanziari nei confronti internazionali.
Al livello di rilevazione OECD (2020)¹ l’Italia è infatti in 25° posizione, davanti solo a Malta. Le indicazioni sull’alfabetizzazione finanziaria degli Italiani tratte dall’“Indagine sull’Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani” (Banca d’Italia, 2020), confermano come l’alfabetizzazione finanziaria sia difforme nei vari segmenti della popolazione: i laureati vanno meglio dei non-laureati; gli uomini in media meglio delle donne; le generazioni più mature meglio dei giovani.
Gli Insight di ricerca
Il questionario della presente ricerca è stato finalizzato principalmente a testare domande formulate in maniera alternativa rispetto alla versione standard di quattro domande che sono utilizzate usualmente per misurare il livello di educazione finanziaria.
Sono state condotte 2500 interviste tramite tecnica CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) su un campione rappresentativo dell’universo di riferimento per sesso, singole età anagrafiche e area geografica di residenza. Il questionario è stato articolato in 21 domande chiuse. Il field si è chiuso ad ottobre 2021.
Dal confronto tra le risposte alle versioni “standard” e “alternativa” si evince che la versione alternativa mitiga il gender gap e l’impatto del titolo di studio per le donne.
Sul totale della popolazione le due coppie di versioni a tre e a quattro domande si comportano in modo da evidenziare un effetto framing rilevante ma non risolutivo. Infatti per 2 domande su 4 la percentuale di risposte giuste aumenta nella versione alternativa; la domanda dell’inflazione non mostra variazioni significative dovute alla formulazione mentre la domanda sulla diversificazione vede una riduzione delle risposte corrette nella versione alternativa, frutto di una grande confusione sulla rischiosità di titoli di stato e immobili. A livello di alfabetizzazione finanziaria, intesa come la scelta della risposta giusta a tutte le domande contemporaneamente, non si notano miglioramenti di sorta nei due wording.
L’effetto wording o framing merita maggiore attenzione ma non sembra spiegare la carenza di competenze/conoscenza finanziaria della popolazione italiana che probabilmente poggia su ragioni profonde e collegate alla cultura che accompagna l’uso del denaro.
Scarica qui risultati della ricerca Misurare l’educazione finanziaria.
Per un approfondimento statistico sui risultati dell’indagine si può consultare il working paper “Quanto conta il modo in cui viene posta la domanda? Un’analisi dell’effetto “framing” sul livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia” di Giovanna Paladino.
¹Fonte: “OECD INFE International Survey of Adult Financial Literacy”, 2020
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