L’educazione finanziaria è fondamentale per il futuro dei giovani.
Essere in grado di gestire consapevolmente il denaro permette, infatti, di prendere in mano la propria vita, anche a livello economico.
È inoltre importante considerare che le nuove generazioni, anche prima di entrare a pieno titolo nella vita adulta, sono sempre più spesso sottoposte a stili di vita che rendono necessaria una certa dimestichezza con le basi della finanza personale.
Pensiamo a tutti quegli adolescenti che si trovano a passare molto tempo fuori casa e a decidere autonomamente in che modo spendere il loro denaro, frutto di un paghetta o, per i più intraprendenti, di un lavoro nel dopo scuola.
Come se la cavano?
Sfortunatamente, stando all’ultimo rapporto OCSE – PISA 2022 sull’educazione finanziaria degli studenti, la situazione nel nostro Paese non è delle migliori: i giovani italiani hanno ancora molto da imparare.
I risultati dell’indagine: una sintesi
Alla ricerca hanno partecipato 20 Paesi, per un totale di circa 98.000 studenti e il campione italiano era costituito da oltre 6.200 ragazzi, provenienti da 343 istituti superiori.
Sulla base dei risultati, gli studenti delle nostre scuole risultano ancora poco alfabetizzati in materia economica (nonostante alcuni miglioramenti rispetto al passato): hanno infatti ottenuto un punteggio di 484, al di sotto della media OCSE che è di 498.
Solo il 5% degli studenti italiani raggiunge il livello massimo di competenza finanziaria, rispetto a una media OCSE dell’11%.
Forti anche le differenze territoriali: gli studenti del Nord hanno ottenuto un punteggio medio statisticamente più alto delle altre aree geografiche e della media nazionale.
Il dato peggiore, e anche il più anomalo, riguarda però la preparazione delle ragazze, che appaiono in difficoltà rispetto ai coetanei maschi.
Di soldi si parla troppo poco, soprattutto in famiglia
Nelle scuole italiane l’educazione finanziaria ha ancora un ruolo poco rilevante, ma il problema principale si riscontra nelle famiglie, che tendono a responsabilizzare meno i ragazzi rispetto a quanto avviene altrove.
In Italia solo il 37% dei ragazzi ha un conto in banca o un conto postale e il 29% possiede una carta prepagata contro, rispettivamente, una media del 63% e del 62% negli altri Paesi OCSE.
Inoltre, la famiglia conta molto nella trasmissione delle conoscenze finanziarie (https://www.museodelrisparmio.it/genitori-e-figli-quanto-conta-la-famiglia-nellapproccio-alluso-del-denaro/); questo significa che adulti poco alfabetizzati traferiranno la loro ignoranza ai figli, fattore che favorisce il permanere di disuguaglianze sociali ed economiche anche quando i ragazzi diventeranno adulti.
La scuola può allora, attraverso l’educazione finanziaria in classe, essere un fattore di mitigazione delle disuguaglianze collegate alla condizione familiare, fornendo gli stessi strumenti di base a tutti.
Possibile che i soldi siano ancora considerati una “cosa da uomini”?
Stando ai dati dell’indagine, inoltre, nel nostro Paese le adolescenti restano indietro di 20 punti rispetto ai coetanei maschi: un divario che si discosta ampiamente dalla media OCSE, che è di soli 5 punti.
Il quadro si aggrava ulteriormente se si pensa che il livello di disparità è aumentato in modo considerevole nel corso degli anni: nel 2012 infatti, i punti di differenza erano solo 8.
Questo perché, nel tempo, i ragazzi hanno migliorato di molto la loro preparazione finanziaria rispetto alle ragazze che, tuttavia, risultano più attente alle spese e meno condizionabili dai comportamenti del gruppo dei pari nelle scelte di acquisto.
Le adolescenti tendono inoltre a discutere di meno di gestione finanziaria e di notizie economiche con i genitori: questo, come già visto, può influenzare negativamente il livello di educazione finanziaria.
In generale, solo il 40% dei quindicenni dice di sentirsi a proprio agio nel parlare di soldi (contro una media OCSE del 50%), ma si tratta di un motivo di imbarazzo prevalentemente femminile.
È quindi legittimo supporre che la difficoltà delle ragazze con la materia economica sia ancora in parte legata a luoghi comuni che persistono nel tempo e che producono condizionamenti psicologici da cui non è semplice liberarsi.
Non a caso nel nostro Paese occorre impegnarsi di più nella promozione dell’indipendenza economica femminile, conquista fondamentale per contribuire a eliminare i fenomeni di violenza sulle donne, e di violenza economica in particolare.
In generale, il rapporto OCSE – PISA 2022 sull’educazione finanziaria degli studenti ci conferma che in Italia c’è ancora tanto bisogno di educazione finanziaria.
Anche per questo il Museo del Risparmio si impegna costantemente per diffondere in maniera sempre più accattivante l’alfabetizzazione finanziaria attraverso eventi, webinar e attività di vario tipo rivolte alle scuole, alle famiglie e agli adulti.
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17 luglio 2024
tag: giovani e educazione finanziaria