Soldi ed emozioni: cos’è il bias di avversione alla perdita e perché ci condiziona?


Soldi ed emozioni

 

Le decisioni relative alla gestione del nostro denaro non sono dettate esclusivamente da numeri, informazioni tecniche e razionalità.
Infatti, anche senza esserne consapevoli, le emozioni giocano un ruolo cruciale e influenzano in maniera significativa le nostre scelte.

Tra le distorsioni (bias) cognitive che possono condizionare il nostro comportamento quando si tratta di soldi, troviamo il bias di avversione alla perdita.

Vediamo cos’è esattamente questo bias e perché ha un impatto così forte sulle nostre scelte finanziarie.

 

Che cos’è il bias di avversione alla perdita?

Il bias di avversione alla perdita è un concetto introdotto dagli psicologi Daniel Kahneman e Amos Tversky, padri dell’economia comportamentale. Secondo questo bias, noto anche come Sindrome da privazione, odiamo perdere qualcosa che abbiamo più di quanto ci piaccia guadagnare qualcosa che non abbiamo. In parole povere, odiamo perdere più di quanto amiamo vincere.

Questo succede perché la sofferenza psicologica derivante da una perdita viene percepita come più intensa rispetto alla gioia di un guadagno equivalente. In termini concreti, perdere 100 euro ci causa un dolore psicologico maggiore rispetto alla felicità provocata dal guadagnare la stessa somma.
Ecco spiegato perché gli investitori reagiscono spesso in modo sproporzionato alle perdite, cercando poi di arginare i danni con decisioni irrazionali, che finiscono per produrre perdite ancora maggiori.

 

Perché e in che modo ci influenza?

La ragione principale per cui siamo condizionati dal bias dell’avversione alla perdita risiede nelle radici evolutive e psicologiche del comportamento umano.

Da un punto di vista evolutivo, evitare le perdite (per esempio di risorse essenziali) è stato cruciale per la sopravvivenza. Questa tendenza si è quindi radicata nel nostro cervello, influenzando inconsciamente le nostre decisioni quotidiane, incluse quelle finanziarie.

Inoltre, normalmente le perdite sono vissute come fallimenti personali e rischiano di compromettere la nostra autostima e le nostre capacità decisionali.

Questo pregiudizio può quindi rappresentare un ostacolo alla gestione razionale del denaro.
Un timore incontrollato di perdere denaro può alimentare la paura di investire; questo comportamento, però, limita la possibilità di migliorare la nostra situazione finanziaria per un eccesso di prudenza.
Infatti, la paura di veder svanire somme anche piccole del nostro denaro rischia di farci rinunciare a ritorni economici importanti che potremmo ottenere grazie a investimenti ponderati.

 

Come mitigare l’impatto del bias di avversione alla perdita

Esso può essere mitigato anche attraverso una migliore educazione finanziaria che, oltre a insegnarci a pianificare e a gestire il denaro nel lungo periodo, ci offre quelle conoscenze di base che ci permettono di comprendere meglio i suggerimenti degli specialisti ai quali ci rivolgiamo per i consigli di investimento.

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12 giugno 2024

 

 

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