Paura di investire: da cosa dipende e come superarla


 

Perché gli italiani risparmiano ma non investono?

L’ultimo report Consob, conferma la scarsa attitudine dei cittadini all’investimento, legata in parte anche alla mancanza di educazione economica.

I dati raccolti dicono infatti che le conoscenze finanziarie dei cittadini non sono ancora sufficientemente diffuse né rispetto ai concetti di base né rispetto agli strumenti finanziari.

Anche il report Acri-Ipsos, uscito il 30 novembre 2023 in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, mostra che (sebbene il trend sia in crescita) oggi solo il 36% degli italiani sceglie di investire e, quando lo fa, mette al primo posto la sicurezza.

Di fatto, noi italiani tendiamo storicamente a risparmiare con impegno e perseveranza, ma poi non sempre riusciamo a fare in modo che il denaro messo da parte “lavori” per noi.

Vediamo nel dettaglio le ragioni di questa scarsa propensione a investire.

 

Le poche competenze in materia

La limitata attitudine all’investimento è spesso legata al senso di inadeguatezza rispetto ai temi finanziari e a un’effettiva mancanza di competenze.

Per esempio, sono davvero in pochi a possedere le conoscenze necessarie per capire che l’inflazione erode il potere di acquisto e che, di conseguenza, il denaro lasciato sul conto è destinato a diminuire il suo valore nel tempo.

Inoltre, anche quando ci rendiamo conto che investire sarebbe vantaggioso, finiamo per non farlo ugualmente perché ci sentiamo incapaci di prendere le giuste decisioni: l’economia e la finanza ci sembrano sempre troppo “lontane” e al di fuori della nostra portata per poterle gestire serenamente.

 

Il timore di perdere soldi

Spesso la paura di perdere anche solo una piccola somma di denaro è più forte del desiderio di avere un buon ritorno economico grazie a un investimento ponderato.

Diamo per scontato che tenere i nostri risparmi sul conto corrente sia una scelta sicura, ma non è così: nel migliore dei casi non ci renderanno nulla e nel peggiore, perderanno valore nel tempo, a causa dell’inflazione.

 

Il bias dello status quo

Come l’economia comportamentale ci insegna, quando dobbiamo fare scelte di natura finanziaria spesso non agiamo sulla base di pensieri razionali, ma ci facciamo influenzare da numerosi bias cognitivi.

Nel caso della tendenza a non investire potremmo essere condizionati da un automatismo denominato bias dello status quo.

È un meccanismo comune, che ci spinge a restare nella situazione in cui già ci troviamo, per abitudine o perché il cambiamento viene percepito come faticoso,piuttosto che intraprendere qualcosa di nuovo, anche se potenzialmente vantaggioso.

Per saperne di più sul tema dei bias cognitivi legati alla gestione del denaro puoi leggere il nostro articolo dedicato al rapporto da tra soldi e psicologia oppure ascoltare l’episodio 7 del podcast “Mica solo parole” con l’economista Luciano Canova.

 

La paura di investire si può superare

 Una buona strategia per vincere la paura di investire è muoversi a piccoli passi: si può iniziare con l’analisi accurata della propria situazione finanziaria e patrimoniale per stabilire la cifra da destinare all’investimento.

Deve trattarsi di un importo che non metta a disagio e non abbia un impatto forte sulla propria situazione generale.

L’obiettivo è  “dimenticare” i soldi investiti, nella consapevolezza che anche se si dovesse perdere parte di quel denaro, non ci saranno ripercussioni importanti o cambiamenti di stile di vita.

In questo modo ci si può “allenare” all’investimento, senza farsi prendere dall’ansia e dal timore di perdere il controllo del proprio denaro.

Può essere utile anche mettere in pratica questo semplice esercizio: analizziamo gli estratti conto degli ultimi 5 anni e valutiamo entrate e uscite confrontando attentamente le spese.

Avremo così modo di renderci conto che, nel tempo, il valore effettivo dei soldi diminuisce.

Avere un’idea dell’andamento del potere di acquisto aiuta a capire che tenere i risparmi sul conto significa lasciare che valgano sempre meno.

Toccare con mano quest’evidenza rende più semplice e naturale la scelta di investire.

Inoltre, più si prende confidenza con i temi economici e ci si interessa concretamente allo stato delle proprie finanze, più si acquista fiducia nella propria capacità di scegliere e di investire e ci si sente pronti a rivolgersi a un consulente che ci consigli e ci guidi nella scelta più adatta per noi.

Se vuoi iniziare subito a sperimentare una corretta gestione del denaro e mettere alla prova le tue competenze visita il sito del Museo del Risparmio e informati sul nostro blog.

 

 

10 gennaio 2024

 

 

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