Il modo in cui funziona il nostro cervello influenza il nostro rapporto con i soldi?
Perché per alcune persone risparmiare è facile e per altre no?
Cosa ci spinge verso comportamenti finanziari virtuosi e cosa ci porta a compiere scelte imprudenti o poco in linea con i nostri obiettivi economici a lungo termine?
Molti danno per scontato che, per quanto riguarda le questioni economiche, gli individui prendano decisioni basandosi esclusivamente su considerazioni di tipo razionale.
In realtà, come gli esperti di economia comportamentale sanno bene, non sempre è così: l’essere umano è complesso e si muove anche sotto la spinta di impulsi emotivi originati da diversi fattori e da percezioni falsate della realtà. Abbiamo parlato dell’argomento nell’episodio 7 del podcast “Mica solo parole” con l’economista Luciano Canova.
Sono davvero tante le trappole mentali in cui rischiamo di cadere quotidianamente e che hanno il potere di allontanarci dalle nostre aspirazioni: l’impazienza che ci porta a scegliere il piacere immediato rispetto alla felicità nel lungo periodo è certamente una delle più diffuse.
Il contesto in cui viviamo e gli stimoli a cui siamo continuamente sottoposti finiscono, infatti, per influenzare i nostri schemi di pensiero e la nostra capacità decisionale.
Il ruolo del risparmio nella società della gratificazione istantanea
Ci siamo abituati a considerare la gratificazione immediata come una modalità normale di appagamento, destinata a influenzare ogni aspetto del nostro stile di vita.
Solo pochi anni fa, l’uscita della nuova puntata di un telefilm generava attesa per giornate o settimane intere. Oggi, come conseguenza della diffusione delle piattaforme di streaming, possiamo terminare l’intera stagione di una serie TV in poche ore, avere accesso continuo a contenuti di ogni genere e guardare un film dietro l’altro.
Nell’era dell’accessibilità e connessione costante, la ricerca del soddisfacimento immediato dei bisogni vale per le situazioni più disparate: dall’ordinare una pizza comodamente seduti sul divano di casa, alla ricerca sfrenata di approvazione sui canali social.
Rinunciare alla gratificazione di breve periodo per raggiungerne una maggiore nel lungo termine ci appare sempre più difficile, eppure la capacità di pianificare una strategia di risparmio si basa proprio su questo tipo di attitudine.
Risparmiare, infatti, è la scelta consapevole di aspettare per raggiungere un obiettivo più importante nel futuro (l’iscrizione a un corso di formazione, un viaggio o, semplicemente, la serenità data dal disporre di una somma con cui far fronte a imprevisti di vario tipo).
Appare, quindi, evidente come vivere nell’epoca del tutto e subito non favorisca la scelta di risparmiare invece di consumare tutto subito.
Il “test del marshmallow”: cos’è e cosa ci insegna
Il “test del marshmallow”, o della gratificazione differita, è uno dei più conosciuti esperimenti di psicologia comportamentale. È stato realizzato per la prima volta nel 1972, all’Università di Stanford, dallo psicologo Walter Mischel.
Venne offerto un marshmallow a bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, con la richiesta di non mangiarlo subito e la promessa di un secondo marshmallow a chi si fosse trattenuto per 15 minuti.
L’esperimento puntava a valutare la capacità di resistere a una tentazione per ricevere una soddisfazione più grande in un secondo momento.
Solo un terzo dei partecipanti aspettò i 15 minuti necessari per ottenere il secondo marshmallow. Alcuni cedettero subito, altri dopo un tempo più o meno lungo.
Mischel e i suoi collaboratori seguirono quei bambini negli anni successivi, continuando a prendere nota dei loro comportamenti e dei risultati ottenuti nel percorso scolastico, lavorativo e relazionale.
Le analisi svolte mostrarono l’esistenza di una correlazione tra la capacità di rimandare la gratificazione immediata da bambini e i risultati ottenuti nel corso della vita.
Questo test fa emergere l’importanza di apprendere a esercitare la perseveranza e l’autodisciplina fin da bambini, per raggiungere una maggiore capacità di governare le proprie emozioni, fondamentale per costruire situazioni più soddisfacenti in età adulta.
Prendere confidenza con i fondamenti del risparmio già in giovane età può essere un ottimo inizio per acquisire esperienza nella corretta gestione del denaro, come ci suggerisce questa guida del Museo del Risparmio.
La buona notizia: risparmio (e autocontrollo) si possono allenare
Possedere un buon livello di autocontrollo ed essere capaci di pianificare il proprio futuro economico può migliorare nettamente la qualità della nostra vita.
Per riuscirci è importante saper individuare il momento in cui le nostre emozioni rischiano di portarci fuori strada.
Se, a esempio, abbiamo deciso di iscriverci a un corso utile per la nostra crescita professionale e per sostenerne il costo sarà necessario accantonare una certa somma al mese per un determinato periodo di tempo, dovremo comportarci di conseguenza.
Questo richiede che, invece di utilizzare parte del budget destinato al corso per un acquisto compulsivo, siamo in grado di resistere alla tentazione chiamando all’appello la nostra consapevolezza razionale.
Riconoscere gli automatismi della mente ci consente di provare a superarli.
Inoltre, più ci esercitiamo a non farci “ingannare” dalle nostre percezioni e portiamo avanti azioni coerenti con i nostri obiettivi, più diventiamo bravi a farlo.
L’autocontrollo infatti può essere allenato come se fosse un muscolo.
Se impariamo a non lasciarci trasportare dalle emozioni (che guidano le tentazioni del momento), esercitando con costanza il pensiero razionale e allontanandoci dall’egemonia del “qui e ora”, scopriremo che il risparmio può diventare una scelta naturale anche in un periodo storico che non lo incoraggia, oltre che una fonte di soddisfazione nel lungo periodo.
6 ottobre 2023
tag: psicologia