Perché alcuni bias cognitivi ci fanno spendere di più?


bias cognitivi

 

Nell’ambito della gestione del denaro, spesso incontriamo esempi di euristiche, semplificazioni non consapevoli, che ci spingono verso comportamenti non del tutto razionali. Con i soldi ci facciamo guidare dall’istinto più che dal cervello e questo perché, in parte, tendiamo a non approfondire l’argomento, a causa dell’ansia che genera la sola parola denaro. Conoscere i bias cognitivi, ovvero le scorciatoie del nostro cervello, è essenziale per non cadere nelle trappole. Tuttavia, non illudiamoci, non è semplice e per questo molti economisti ritengono importante che i policy maker accompagnino in modo gentile alcune scelte personali, che altrimenti faremmo in senso opposto al nostro bene e al bene comune.

 

Bias cognitivi: cosa sono e come agiscono

Molti meccanismi inconsci sono spessi causati dai bias cognitivi, automatismi mentali dai quali si generano credenze e da cui si traggono decisioni veloci. Sono vere e proprie trappole della mente che ci portano a compiere errori di valutazione, mostrandoci una versione falsata della realtà.

Il cervello umano attiva queste “scorciatoie” automaticamente in numerose situazioni, ad esempio quando deve compiere scelte in modo veloce ed è sovraccarico di informazioni.

In alcuni casi, i bias cognitivi possono influenzare le nostre decisioni finanziarie portandoci a spendere più di quanto vorremmo (e dovremmo). Come dimostrato dall’economia comportamentale, molte decisioni economiche non sono prese in modo razionale: il nostro cervello condiziona queste scelte sotto la spinta dei bias cognitivi.

Vediamone tre:

  1. Il bias della contabilità mentale

È meglio spendere 200 euro ricevuti come regalo di compleanno o 200 euro guadagnati lavorando?

Se la cifra è sempre la stessa, perché la percezione nei confronti di quella somma è diversa? Il bias cognitivo che entra in gioco è quello della contabilità mentale, ovvero quella tendenza a suddividere il denaro tra vari conti mentali, distribuiti in base alla provenienza e alla destinazione.

Quando entra in gioco questo meccanismo molto comune, preferiamo spendere la somma ricevuta in regalo piuttosto che quella guadagnata, come se la prima rappresentasse un extra rispetto alle nostre finanze e non una parte integrante di esse. Ciò vale ancora di più per le eredità.

  • Il bias di conferma

Con l’ascesa degli e-commerce e degli shop online, fare acquisti su Internet è diventata una pratica sempre più diffusa. Ad aiutarci nella scelta del prodotto o servizio più valido troviamo le recensioni online.

Cosa succede nella nostra mente quando la maggior parte delle recensioni risulta negativa ma noi decidiamo di acquistare comunque?

In questo caso entra in azione un altro bias cognitivo, ovvero il bias di conferma. Si tratta di un meccanismo attraverso il quale le persone tendono a selezionare le informazioni a sostegno delle loro opinioni, ignorando quelle contrarie.

Quindi, se vogliamo a tutti costi comprare un certo paio di scarpe, nonostante molte recensioni siano negative potremmo comprarle ugualmente.

  • Il bias di ancoraggio

La prima impressione è quella che conta? Con il bias di ancoraggio sì!

È un fenomeno che si presenta quando restiamo “ancorati” alle prime informazioni ricevute, rispetto a una persona, una situazione o un prodotto, senza valutarne altre.

Se applichiamo questo bias all’acquisto di un prodotto, possiamo dire che il prezzo iniziale svolge per il nostro cervello un ruolo cruciale nella percezione che avremo del valore del prodotto stesso.

Di conseguenza, la prima impressione rischierà di influenzare i nostri acquisti futuri, portandoci a sovrastimare o sottostimare il valore effettivo dell’oggetto che vogliamo comprare e a spendere magari più di quanto sarebbe giusto.

 

Possiamo evitare di cadere in questi “scherzi della mente”?

Resistere agli acquisti compulsivi o all’istinto di spendere di più si può. Per riflettere sui possibili condizionamenti di cui siamo vittime, ascolta il settimo episodio del nostro podcast “Mica solo Parole”!

 

 

27 marzo 2024

 

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