A che punto siamo con l’alfabetizzazione finanziaria?


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Dalla teoria alla pratica: quanto ne sappiamo davvero di finanza

Essere alfabetizzati dal punto di vista finanziario significa essere capaci di utilizzare prodotti e servizi finanziari in maniera consapevole e comprendere bene il significato di concetti come la diversificazione, il rischio, i tassi di interesse, l’inflazione e il valore del risparmio, del debito e degli investimenti.

Questi termini appaiono sui social, sulle app di gestione del denaro, di pagamento e investimento online, sugli articoli che consigliano metodi di risparmio e pianificazione. Saper gestire le proprie finanze nel breve e nel lungo periodo, conoscere il significato di queste parole, è ormai fondamentale per costruire la propria autonomia ed essere capaci di guardare al futuro con maggiore serenità.

Ma perché, anche se ne sentiamo tanto parlare, i dati degli ultimi dieci anni confermano che, in materia di consapevolezza finanziaria, l’Italia rimane indietro nel confronto internazionale?

L’avvento degli strumenti digitali ha facilitato l’accesso all’esecuzione di operazioni finanziarie: si pensi alle applicazioni grazie alle quali è possibile accedere ai servizi della Banca, pianificare le vacanze, creare un’abitudine di risparmio, o a come, con un solo click, si possano investire e spostare somme di denaro.

Una maggiore diffusione degli strumenti digitali finanziari, evidentemente, non implica una maggiore alfabetizzazione finanziaria.

Rispetto ai dati precedenti, nel 2023 si registra un miglioramento nei comportamenti e negli atteggiamenti, ma è sceso il livello di conoscenze finanziarie di base. È quello che evidenzia l’Indagine sull’alfabetizzazione finanziaria e le competenze di finanza digitale in Italia negli adulti, promossa dalla Banca d’Italia nel 2023, che prende in esame conoscenze, comportamenti e atteggiamenti in campo di alfabetizzazione finanziaria di un campione rappresentativo di 5000 persone.

 

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Quanto contano le parole giuste nell’educazione finanziaria

Viene da domandarsi se si stia facendo abbastanza per una diffusione della cultura finanziaria, se le iniziative già in campo, a livello pubblico e privato, stiano andando nella direzione giusta, se tengano davvero conto dei propri interlocutori, delle loro necessità e del contesto dal quale provengono.

Per esempio, è ancora forte il divario di genere nel livello di alfabetizzazione finanziaria, che risulta più basso per le donne. Anche la distribuzione geografica è determinante, soprattutto per le persone provenienti dal Centro Sud Italia, che mostrano una minore conoscenza in campo finanziario. Questo vuol dire che, per molti, non è semplice rispondere, per esempio, a domande come “cos’è l’inflazione?”, “cos’è il tasso di interesse?”, “cos’è un investimento?”.

Se la domanda fosse posta in un altro modo, utilizzando parole diverse o, per essere più precisi, una formulazione diversa, sarebbe compresa meglio? Si otterrebbe una risposta corretta?

Questo interrogativo se l’è posto il Museo del Risparmio con l’indagine Misurare l’educazione finanziaria, dove le domande per valutare il grado di alfabetizzazione finanziaria sono state fatte sia nella formulazione standard, sia in quella alternativa.

Utilizzando una formulazione diversa, a 2 domande su 4 la versione alternativa raccoglie un maggior numero di risposte esatte rispetto a quella standard.

La formulazione alternativa, inoltre, mitiga il gap di genere presente nel grado di alfabetizzazione finanziaria, anche se esso rimane significativamente importante. Essere donna, residente al Centro Sud, e con un titolo di studio inferiore alla laurea, riduce molto la probabilità di avere una conoscenza finanziaria adeguata, come riportato nel working paper della direttrice del Museo, Giovanna Paladino, Quanto conta il modo in cui viene posta la domanda? Un’analisi dell’effetto “framing” sul livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia.

Capire come parlare di soldi con un uomo, una donna o un bambino e quali siano le parole giuste per spiegare concetti complicati e a volte poco coinvolgenti è, quindi, sicuramente un punto sul quale interrogarsi seriamente. Tuttavia, il modo in cui viene posta la domanda non è sufficiente a spiegare perché il grado di alfabetizzazione finanziaria in Italia sia ancora così basso. La sfida, quindi, resta quella di intervenire già a livello scolastico con iniziative di educazione finanziaria.

L’alfabetizzazione finanziaria inizia dalla scuola

Oltre a insegnare come prendere decisioni più informate, l’alfabetizzazione finanziaria è uno strumento per difendersi da rischi e truffe. Sapere come risparmiare e investire ci fa trovare meno vulnerabili di fronte a imprevisti, più preparati di fronte a comportamenti irrazionali o emotivi o a tentativi di raggiro. In un mondo dove tutto cambia velocemente, possedere queste conoscenze è diventato indispensabile.

Anche per questo è urgente promuovere l’educazione finanziaria fin dalla giovane età, e farlo iniziando dalla scuola.

Nel corso degli anni, sono state numerose le iniziative curate dal Museo del Risparmio per portare l’educazione finanziaria nelle classi, con attività e laboratori per le scuole primarie e per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Moltissimi sono i progetti e i laboratori dedicati agli studenti sui temi del risparmio e della sostenibilità.

Tra questi, il progetto di educazione finanziaria che ha messo alla prova le classi e la creatività delle nuove generazioni è stata la sfida di SAVE Ambassador. L’iniziativa, riconosciuta anche come PCTO, ha coinvolto per tutto l’anno diverse classi, sfidandole a conquistare il titolo di “ambasciatore della sostenibilità” attraverso lezioni online, gaming app, lavori di ricerca e quiz.

Nel nuovo anno saranno moltissime le iniziative per avvicinare gli studenti alle nozioni base di educazione finanziaria. Scoprire la storia della moneta, ascoltare le parole della finanza e imparare a dare il giusto valore alle risorse economiche e a quelle ambientali sono solo alcune delle attività svolte nei percorsi PCTO, nei laboratori, nei webinar e negli eventi che verranno proposti anche nell’anno scolastico che sta per cominciare. Il Museo del Risparmio ha già in programma tanti progetti di educazione finanziaria per scuole di diversi gradi. Sul sito è possibile dare un’occhiata ad alcune iniziative tra i progetti di PCTO e la nuova offerta didattica.

 

13 settembre 2023

 

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