Ridurre lo spreco di cibo? Ecco come fare la nostra parte


spreco di cibo

 

Il 18 novembre sarà la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, un’iniziativa per ridurre lo spreco di cibo, distribuendolo a chi ne ha bisogno.

Si stima che ogni anno, nel mondo, un terzo del cibo totale prodotto per il consumo umano vada sprecato. In particolare, nei paesi ricchi una larga parte di alimenti ancora utilizzabili viene buttato dai consumatori, mentre un’altra parte viene smaltita durante il processo di produzione.

Secondo la definizione della Commissione Europea, per spreco alimentare si intende “l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare che, per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili, sono destinati a essere eliminati o smaltiti”.

La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, offre invece una definizione del fenomeno che distingue tra Food Loss (perdita di cibo) e Food Waste (spreco di cibo).
Con il primo termine si fa riferimento alla diminuzione della quantità o del valore nutrizionale del cibo a causa di falle nella catena di produzione, nel trasporto e nella distribuzione: parliamo quindi di prodotti andati perduti per eventi evitabili, non raccolti a causa di inefficienze del sistema, deperiti nel trasporto o conservati in modo non adeguato.

Con Food Waste si intende lo scarto di cibo, potenzialmente fruibile e arrivato alla fase di distribuzione, dovuto a una serie di fattori: viene buttato dai venditori o dai consumatori perché ammaccato, perché di forma o dimensioni differenti dallo standard, perché vicino alla data di scadenza, o a causa di un’offerta superiore alla domanda.

Queste perdite, a ogni livello del sistema e moltiplicate su una scala mondiale, raggiungono volumi davvero imponenti.

Cosa si può fare per cambiare la situazione e quale contributo può dare quotidianamente ognuno di noi?

 

spreco di cibo

Lotta allo spreco alimentare, economia circolare e sostenibilità

Combattere lo spreco di cibo è una delle principali sfide per lo sviluppo sostenibile: tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 c’è il dimezzamento dello spreco di risorse alimentari,  considerato uno dei più evidenti paradossi dell’attuale modello di produzione e consumo: infatti, mentre così tanto cibo viene sprecato, un’importante fetta della popolazione mondiale soffre la fame.

I 5 pilastri su cui si fonda l’economia circolare sono: risorse sostenibili, prodotto come servizio, piattaforme di condivisione, estensione del ciclo di vita, recupero e riciclo.

In ambito alimentare, l’economia circolare si traduce in riciclo dei rifiuti organici, compostaggio, recupero energetico e condivisione delle eccedenze: si cerca così di minimizzare lo spreco massimizzando il valore e la distribuzione dei beni.

Bisogna quindi coltivare il necessario, ridurre perdite e sprechi, favorire le produzioni locali, promuovere un consumo responsabile, educare al riuso e allo smaltimento virtuoso.

Tutto questo richiede un cambio di mentalità da parte sia delle imprese, sia dei consumatori. Infatti, se nei Paesi a basso reddito la perdita di beni alimentari è in buona parte dovuta a un’organizzazione inadeguata della filiera di produzione e distribuzione, nei Paesi ad alto e medio reddito, il problema risulta causato soprattutto da abitudini poco attente a risparmio e riciclo.

La transizione esige importanti cambiamenti a livello culturale, educativo e normativo.

 

Possiamo tutti fare la differenza: ecco come

 Non sprecare significa prima di tutto risparmiare, motivo per cui evitare di gettare cibo ancora buono e utilizzabile fa bene alle nostre finanze, oltre che al pianeta.

È quindi evidente che impegnarsi nel mettere in atto piccole strategie di consumo intelligente sia fondamentale e doveroso per ognuno di noi.

 

Ecco alcuni spunti utili.

  • È una buona idea fare la spesa dopo aver pianificato un menù settimanale. Un metodo semplice è decidere cosa si mangerà nel corso della settimana, controllare quali alimenti sono già presenti in casa e poi scrivere una lista della spesa, includendo solo ciò che manca.
  • È opportuno andare al supermercato con le idee chiare e una lista per non lasciarsi tentare dalle offerte e dall’impulso del momento. Per la stessa ragione è consigliabile non fare la spesa quando si ha fame.
  • È una buona abitudine comprare frutta e verdura sfusa e non imballata, in modo da acquistare soltanto la quantità effettivamente necessaria.
  • Non è necessario buttare gli avanzi. Possiamo conservarli per i pasti del giorno dopo oppure congelarli per un’altra occasione.
  • È divertente realizzare dolci o frullati con la frutta in scadenza,, mentre le verdure possono diventare zuppe o vellutate.
  • E’ possibile congelare il pane e utilizzarne di volta in volta solo la quantità necessaria. La stessa cosa può essere fatta con i piatti cotti e non consumati, che possono essere tirati fuori dal freezer al momento più opportuno (magari quando si è stanchi e non si ha voglia di cucinare).

 

Il Museo del Risparmio offre il suo contributo per il raggiungimento dei Global Goals  e per la promozione della sostenibilità a tutti i livelli.

Inoltre, in occasione di EXPO 2015, ha realizzato una sit-com in quattro puntate sul tema dello spreco alimentare per stimolare la riflessione sui comportamenti utili per ridurlo.

 

 

15 novembre 2023

 

 

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