
Nel 2022 il Museo del Risparmio ha condotto un’indagine coinvolgendo 311 famiglie italiane, per un totale di 824 persone, tra genitori e figli di età compresa tra i 14 e i 20 anni. L’obiettivo era comprendere come le nuove generazioni imparano a gestire il denaro e quale ruolo giochi la famiglia in questo processo. I dati raccolti offrono una fotografia chiara: educare al denaro in famiglia rimane ancora oggi uno dei principali strumenti per costruire consapevolezza economica, ma il dialogo non sempre è efficace, né privo di distorsioni.
Parlarne in casa: quanto e come?
Secondo l’indagine, il 44% dei ragazzi dichiara di non parlare di denaro con nessuno al di fuori della famiglia, mentre quasi la metà non ha mai affrontato questi temi a scuola. Questo evidenzia una forte responsabilità educativa affidata ai genitori, non sufficientemente sostenuta da percorsi scolastici strutturati. Tuttavia, nonostante la centralità del contesto familiare, l’educazione finanziaria in casa è spesso superficiale o implicita. Genitori e figli condividono quotidianità e spese, ma difficilmente parlano apertamente di budget, risparmio, investimenti. Molti adulti, inoltre, vivono la gestione economica con ansia o stress : in queste condizioni, il tema del denaro può diventare un tabù o essere affrontato con preoccupazione, trasmettendo ai figli una visione negativa della dimensione economica.
Avversione al rischio e visione di breve termine
L’indagine ha evidenziato un dato interessante: sia i genitori sia i figli preferiscono ricevere una somma di denaro più piccola, ma subito, piuttosto che aspettare per ottenerne una più alta in futuro.
Questo comportamento riflette una limitata capacità di pianificare nel lungo periodo e una scarsa propensione al rischio: due aspetti fondamentali quando si parla di gestione consapevole del denaro.
Tale tendenza è meno marcata tra i figli di genitori con un livello di istruzione più alto o un reddito più elevato, a conferma del fatto che l’ambiente socioeconomico influisce profondamente sull’atteggiamento verso il denaro e sulle scelte finanziarie.
Il ruolo educativo della madre
Un dato significativo riguarda il ruolo delle madri nel dialogo economico con i figli. Sebbene molte donne si sentano meno competenti rispetto ai partner nell’ambito della gestione finanziaria, sono loro le principali interlocutrici dei ragazzi sui temi del denaro. Questo paradosso evidenzia una dinamica importante: la madre è spesso il riferimento educativo, nonostante una cultura che continua a considerare l’economia “una cosa da uomini”.
L’importanza dell’educazione finanziaria, in particolare per le bambine e per le donne, deve rientrare anche nel discorso più ampio del gender gap in ambito finanziario, poiché la violenza economica, una forma di violenza subdola e non immediatamente individuabile, colpisce le donne principalmente a causa della mancanza di indipendenza finanziaria e di una insufficiente alfabetizzazione economica. Promuovere la consapevolezza finanziaria tra le madri significa quindi rafforzare l’intera rete educativa familiare, migliorando la trasmissione di competenze alle nuove generazioni.
La paghetta: uno strumento educativo da non sottovalutare
Il tema della paghetta è da sempre caro al Museo del Risparmio, che lo affronta spesso nei suoi percorsi educativi e nei laboratori per bambini e famiglie. Parlare di paghetta significa parlare di autonomia, fiducia e prime responsabilità: un passaggio delicato ma fondamentale nel percorso di educazione finanziaria dei più giovani. Secondo l’indagine, il 60% dei genitori intervistati dichiara di assegnare una paghetta periodica ai figli. La paghetta, se ben strutturata, rappresenta uno strumento educativo molto efficace: aiuta i ragazzi a comprendere il valore del denaro, a gestire le priorità, a sviluppare autonomia decisionale. Non conta tanto l’importo, quanto piuttosto la regolarità nell’erogazione, la chiarezza delle regole e la possibilità di gestire quella somma in autonomia, con la supervisione dell’adulto. È anche l’occasione per introdurre il concetto di risparmio e pianificazione: risparmiare una parte della paghetta per raggiungere un obiettivo – come un gioco, un libro o un’uscita con gli amici – aiuta i giovani a costruire una relazione sana e attiva con il denaro. Per supportare i genitori nell’affrontare il tema del denaro con i propri figli, il Museo del Risparmio mette a disposizione, gratuitamente online, una guida dedicata (consulta la guida paghetta).
I figli imparano dall’esempio dei genitori
L’indagine lo conferma: i figli tendono a imitare i modelli educativi dei genitori, anche quando questi non sono espliciti. Un genitore che spiega con trasparenza come gestisce lo stipendio, come pianifica le spese mensili, come affronta gli imprevisti, trasmette un’educazione finanziaria concreta e profonda. Al contrario, silenzio, ansia o delega completa possono creare un vuoto che sarà colmato da fonti esterne, spesso non affidabili.
Buone abitudini da introdurre fin da piccoli
Educare al denaro in famiglia non richiede grandi competenze tecniche, ma attenzione, coerenza e volontà di condivisione. Ecco alcune buone pratiche da adottare:
- Parlare di soldi in modo semplice, aperto e non giudicante.
- Dare il buon esempio: anche i piccoli gesti quotidiani contano.
- Usare la paghetta come strumento educativo.
- Coinvolgere i figli (gradualmente) nelle decisioni economiche familiari.
- Mostrare che la pazienza e la costanza premiano, anche nel risparmio.
L’educazione finanziaria inizia in famiglia, ma riguarda il futuro di tutti. Il Museo del Risparmio continuerà a promuovere iniziative, percorsi e strumenti per rafforzare la consapevolezza economica di genitori, figli e scuole. Perché un rapporto sano con il denaro si costruisce giorno dopo giorno, insieme.
4 giugno 2025
tag: Educare al denaro in famiglia